martedì 10 giugno 2014

Una mignanese "figlioccia di Gary Cooper"

Durante il Secondo Conflitto Mondiale la popolazione italiana ha vissuto momenti tragici e le riprese del film-documentario Terra Bruciata - di cui abbiamo qui - hanno portato l’attenzione su ciò che accadde nel territorio dell’Alto Casertano ad opera della truppe tedesche, prima del ritiro definitivo.

Un fenomeno avvenuto in quegli anni di cui non tutti sono a conoscenza, però, riguarda le oltre undicimila adozioni avvenute tra la metà degli anni ’40 e gli anni ’60, grazie all’associazione internazionale Plan ONLUS. Grazie al lavoro dell’italoamericana Elma Baccanelli, molti orfanelli di guerra furono adottati a distanza da benefattori americani, tra i quali anche divi di Hollywood.

Tra le tante storie a lieto fine realizzate grazie al lavoro della ONLUS, ce n’è anche una che ci riguarda da vicini. Nel 1953, infatti, la mignanese Raffaella Gravina, classe 1939, fu adottata grazie all’associazione Plan dal celebre attore Gary Cooper e, per questo, visse un’infanzia felice grazie agli aiuti economici - circa 8 mila lire al mese, una vera fortuna per l’epoca - ed i pacchi, cibo e vestiti che riceveva periodicamente dall’attore americano.



La signora, che viene tutt’ora chiamata “la figlioccia di Cooper”, e la madre dell’allora bambina incontrarono dal vivo l’attore e la famiglia che vennero a farle visita nel nostro Comune, portando anche in quella occasione preziosi regali che lasciarono Raffaella stupita essendo abituata alle ristrettezze dovute alla guerra - tra questi anche una borsetta rossa ed un bracciale d’oro. La Signora Gravina racconta che durante la sua gioventù ha assistito gratis a tutte le proiezioni nel cinema locale proprio perché era considerata una sorta di celebrità.



Vogliamo ringraziare il Sig. Mario Scognamiglio, figlio di Raffaella, che pochi giorni fa ci ha segnalato questa storia interessante che abbiamo voluto condividere con tutti voi, in special modo con le giovani generazioni che non conoscono le sfaccettature più profonde della Seconda Guerra Mondiale.



Nessun commento:

Posta un commento