Nella Tragedia di Cannavinelle, avvenuta il 25 marzo 1952, morirono 42 operai a causa di un'esplosione accidentale di antonite, materiale esplosivo utilizzato per creare varchi nella montagna. Le pesanti condizioni di lavoro, la mancanza di formazione in materia di sicurezza e la giovane età degli operai influirono incisivamente sul verificarsi dell'accaduto.
Per la gravità dei fatti e il numero delle vittime l'incidente ebbe risonanza nazionale e diede un impulso notevole alla legislazione in materia di sicurezza. Tuttavia, le morti sul lavoro continuano a verificarsi ancora oggi, malgrado le condizioni di lavoro siano migliorate considerevolmente.

Per quanto riguarda il 2012, invece, dal primo gennaio ad oggi 22 marzo sono morti sul luogo di lavoro 105 lavoratori, numero che sale a 210 se si sommano i lavoratori morti sulle strade e in itinere. La maggior parte delle vittime proviene dal settore agricolo (29%) ed edile (27,4%). A morire per incidenti sul lavoro sono soprattutto uomini di età superiore ai 51 anni (33%) e tra i 30-50 anni (23,5%). L'8,9% ha, invece, meno di 30 anni.
I dati, tutt'altro che entusiasmanti, fanno riflettere sull'importanza del ricordo delle vittime degli incidenti sul lavoro. Creando dei momenti di raccoglimento, testimonianza e riflessione sulle morti bianche si può dare un reale contributo alla diffusione della cultura della sicurezza, affinché "il tempo delle lacrime abbia fine".
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